La raccolta, certamente facente parte di un archivio fotografico molto più articolato e ricco, è composto da negativi su vetro alla gelatina bromuro d'argento e da negativi su pellicola di nitrato di cellulosa. comprende materiale proveniente da uno degli studi fotografici più importanti della Salerno di fine 1800. Dello studio Bertolani facevano parte i tre fratelli Giovanni Battista, Emilio e Diego, originari di Scandiano (Reggio Emilia). Trasferiti prima a Milano, dove cominciano ad esercitare in modo professionale l'arte della fotografia, decidono poi di fermarsi a Salerno ed aprire lo studio fotografico "Fotografia Milanese". Tra i tre fratelli, il più carismatico e intraprendente è Giovanni Battista, il quale vanta una amicizia personale con re Umberto I, che "lo onora dei suoi doni per un'altra sua specialità quella cioè che lo vede impegnato nel ritocco a colori delle sue fotografie". Giovanni Battista, ritrattista e fotografo di monumenti, è esperto in platinotipia e con questa sua peculiarità partecipa alle ricorrenti esposizioni di fine '800, tra cui alla Permanente di Napoli nel 1879, meritando una premiazione; all'Esposizione Industriale di Milano del 1881 dove presenta "Gruppi di ragazzi con applicazioni di fondi presi dal vero" ottenendo una menzione onorevole; a quella di Roma nel 1890. Sul finire dell''800 ricevette da re Umberto l'incarico di fotografare le caserme dell' esercito Italiano. In conseguenza di ciò, Giovanni Battista da Salerno si trasferì a Roma, o comunque, soggiornò lungamente nella capitale. A Salerno restano i fratelli Diego ed Emilio. Con la prematura scomparsa di Diego Bertolani, la moglie Luigia Giannattasio prende le redizi del laboratorio di famiglia, aiutata saltuariamente nell'attività dal figlio Francesco Bertolani ufficiale dell'esercito in servizio permanente effettivo. Quest'ultimo fu un ottimo fotografo e sono da attribuire a lui le lastre ed i nitrati scattati in Libia durante la guerra italo-turca del 1911/12. La storia della studio, attraverso il materiale prodotto, arriva fino agli anni 1950/60 con il subentro del ramo familiare dei Correale. E sono da attribuire a questi ultimi le riproduzioni fotografiche riguardanti le opere del pittore salernitano C. Tafuri.